“La Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento della Funzione Pubblica e il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali hanno provveduto, recentemente, ad esitare una significativa nota congiunta finalizzata alle procedure di stabilizzazione dei lavoratori impegnati in attività socialmente utili.
Si rimane quantomeno sorpresi nel leggere che la direttiva di che trattasi è destinata esclusivamente alle Regioni Basilicata, Calabria, Campania e Puglia!
Escludendo, “de facto”, inopinatamente, i lavoratori socialmente utili (ASU) che svolgono le medesime attività presso tutti gli Enti Pubblici della Regione Siciliana”.
A dichiararlo sono il Segretario Regionale Aggiunto UGL Autonomie Sicilia, Rosolino Lucchese e il Segretario Regionale ALE-UGL, Vito Sardo.
“Per quanto ci riguarda – aggiungono i sindacalisti – riteniamo indecoroso ed inaccettabile che lo Stato Italiano consideri i lavoratori ASU, pari livello degli LSU incardinati nelle altre Regioni beneficiarie del provvedimento in essere, di secondo livello e come tali trattati quali cittadini e lavoratori di Serie C.
Riteniamo altrettanto necessario un autorevole intervento del Presidente della Regione e della Giunta di Governo, nei confronti del Governo Centrale per la garanzia e la tutela dei diritti dei cittadini siciliani in genere, e dei lavoratori appartenenti al Bacino ASU, nel caso di specie!”
“In caso di ulteriore perdita di tempo – concludono – interverremo per tutelare i diritti dei lavoratori, palesemente discriminati dal Governo Nazionale, e nell’oblio assoluto dei nostri Referenti Politici Regionali e Nazionali; in ogni sede e luogo deputato a risolvere la querelle”.
Anche, qualora necessario, utilizzando tutte le iniziative sindacali concesse dallo Statuto dei Lavoratori”.