Radio Reporter 98

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mercoledì 29 aprile 2020

“Questo matrimonio s’ha da fare’”: il nuovo appello di Italian Wedding Industry

“Questo matrimonio s'ha da fare’”. In perfetta antitesi con la celebre frase rivolta a Don Abbondio dai Bravi, nel
romanzo storico de “I Promessi Sposi” di Alessandro Manzoni, arriva, forte e chiaro, il nuovo appello del
movimento spontaneo Italian Wedding Industry, per fare ripartire, già dalla fase 2 e con date certe, la filiera del
Wedding. Nato in Sicilia e diventato virale in tutta Italia, dall’imprenditore Umberto Sciacca e dalla event
manager Barbara Mirabella, IWC, ha già raccolto oltre 4000 firme, coinvolgendo anche prestigiosi brand  italiani, leader mondiali, di abiti da sposa, sposo e cerimonia, fino a tutti gli operatori della filiera matrimonio, e
continua a muovere istanze per far sì che il comparto riceva la dovuta attenzione da parte del Governo nazionale, 
dopo l’annullamento, ad oggi, di oltre 17 mila matrimoni in tutta l’Italia.
“Sono 50 mila i matrimoni che, secondo le stime ufficiali, salteranno tra maggio e giugno 2020 – dichiara Barbara
Mirabella -. Ciò significherà, per tutto il comparto, disdette di mesi e un intero settore completamente falcidiato.
Abbiamo inviato una lettera al Governo con ben diciannove punti sui quali porre l’attenzione, primo tra tutti il bisogno di date certe, e chiare regole di salvaguardia, compatibili con la sicurezza sanitaria. La pianificazione  anticipata è elemento fondamentale per lo svolgimento dell’attività di organizzazione degli eventi. Solo con un calendario chiaro e coerente delle riaperture, anche il mondo della wedding industry potrà riprendere il proprio  lavoro. Per convivere senza rischi per la salute con il virus, è necessario anche un confronto con gli ordini  professionali, come ingegneri, architetti e geometri, professionisti abilitati, che accompagnino gli imprenditori per  ridisegnare, ad esempio, la capienza delle ville per ricevimenti o anche quelle degli stessi atelier, definendo  nuove regole di salvaguardia. Stabilendo nuove modalità di fruizione di servizi come il catering, intendiamo
metterci a disposizione delle istituzioni per riscrivere il decalogo del “Far bene”. In questo modo si potrebbero  fornire date certe per la riapertura programmata di tutte le attività aggregative, che ogni anno assicurano 40  miliardi di fatturato, consentendo un’adeguata pianificazione e l’avvio delle prenotazioni”.
Parole chiare, che mostrano una competente e studiata volontà riorganizzativa e che puntano i riflettori anche su  categorie di negozi come gli atelier da sposa, assimilatati tout court al settore commercio, e quindi considerati in  grado di riaprire già dal 18 maggio, nonostante il loro target di riferimento, cioè la cerimonia e l’alta moda  sposa, non possa essere finalizzato, poiché è vietato partecipare e festeggiare le ricorrenze e i riti come i  matrimoni. Italian Wedding Industry, quindi, propone che gli eventi, nel pieno rispetto delle distanze di sicurezza,  abbiamo una nuova lettura nel modus operandi e nei layout organizzativi: no al buffet, sì al servizio al tavolo con  mice en place, che garantiscano un distanziamento spaziale corretto (Es 4 pax su tavoli da 8). Il movimento  ritiene, altresì, indispensabile consentire, ancor prima della fase 2, la possibilità per le coppie di sposi di visitare,  su appuntamento e con mascherine e dispostivi di sicurezza, le location per cominciare a dare un segnale di  ripresa agli operatori dell’ospitalità e ai clienti, per pianificare una ripartenza con le dovute salvaguardie per i  consumatori (Contratti sospesi fino a nuova indicazioni del governo).
“Siamo davvero preoccupati per ciò che accadrà a partire dal 18 maggio – dichiara Umberto Sciacca -. La  semplice riapertura degli atelier, con l’imposizione di sanificare gli abiti, senza l’adozione di precise misure a  tutela del lavoro di tutti gli operatori del comparto, non ci permetterà di coprire le spese vive, ma soprattutto di  recuperare al gravissimo danno subito negli ultimi due mesi. A questo punto le parole stanno a zero: abbiamo  bisogno che vengano elaborate dal Governo nazionale, e nel più breve tempo possibile, delle misure che consentano la ripresa dei matrimoni, intesi come eventi aggregativi. Se questo non accadrà, a chi dovremo  vendere i nostri lussuosi abiti con ricami, pizzi e merletti? Come faremo a pagare gli esosi affitti? E come  potremo rispettare gli accordi economici con i nostri fornitori, per evitare il blocco totale del sistema?”.
Sono domande espresse fuori dai denti, che erano già state scritte nero su bianco nell’istanza nazionale, dalla  Italian Wedding Industry, che attraverso 19 proposte ha lanciato un appello al Presidente della Repubblica Sergio  Mattarella e al Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. Adesso i tempi sono maturi per ottenere delle risposte precise e puntuali, che consentano di definire un calendario di ripresa dei lavori, per rispettare le migliaia di famiglie, che vivono di eventi aggregativi, bisognose di un ritorno alla normalità.
E intanto parte un nuovo slogan #questomatrimonioshadafare!!.

venerdì 24 aprile 2020

Bruno Euronics esempio di responsabilità sociale: attivi, durante il Coronavirus, al servizio della popolazione, degli enti e delle istituzioni

Continuare a garantire ai cittadini, agli enti e alle istituzioni una vita regolare durante il Coronavirus, è il principale obiettivo perseguito da Bruno Euronics, che ha mostrato una tempestiva capacità di potenziare il servizio a distanza a tutela dei propri collaboratori e dei clienti e uno straordinario senso di responsabilità. L’azienda, infatti, è diventata esempio virtuoso in ambito nazionale, mantenendo attive la consulenza e l’assistenza, nel pieno rispetto delle direttive del Governo.

Per il colosso dell’elettronica di consumo, dunque, tutto il lavoro, ai tempi della pandemia dovuta al Covid-19, passa anche da WhatsApp e Facebook, oltre che per via telefonica, con tanto di videochiamate con il personale dedicato. “Noi per te ci siamo sempre” è, infatti, lo slogan di Bruno, che, giorno dopo giorno, ha assicurato i servizi divenuti essenziali nella società moderna, come il pc o il frigorifero, ma soprattutto assistenza sui prodotti e un canale di supporto ad hoc per le scuole, con il fine di sostenere la didattica a distanza. 

Una scelta che denota un radicato senso di appartenenza al territorio da parte di tutti i collaboratori, che hanno lavorato principalmente in favore delle richieste ricevute dalla Protezione Civile, dalle Onlus Assistenziali e dalle Aziende Sanitarie, che, in mancanza delle tecnologie necessarie, non avrebbero potuto fornire supporto ai malati ed alla popolazione in genere.

“Ci siamo sentiti chiamati a fare la nostra parte – dichiara Maurizio Andronico, presidente di Bruno - Quella di rimanere attivi, è stata una scelta ponderata, costantemente riconsiderata e affinata in base a un fondamentale requisito: la sicurezza del personale e dei clienti. Abbiamo anche consultato i nostri collaboratori, riguardo a come operare in questo momento d'emergenza. Alla fine non ci siamo voluti tirare indietro, potenziando l’utilizzo del nostro sito e-commerce e invitando i cittadini a venire in negozio esclusivamente per necessità concrete, garantendo loro una vita regolare, nonostante tutte le restrizioni legate alla pandemia”. 

Ingressi contingentati, aperture limitate nel rispetto delle ordinanze comunali, sanificazione degli ambienti e distanze di sicurezza, sono solo alcune delle ferree norme adottate all’interno dei negozi rimasti aperti. 

Per non parlare dell’efficace servizio a domicilio che ha consentito ai punti vendita, sparsi nel territorio nazionale, di operare nel pieno rispetto delle regole, così come stabilito dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri; della lodevole iniziativa, da parte dei Soci Euronics, di donare 100 mila euro all’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano e all’Istituto Nazionale Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani di Roma e della esclusiva modalità assicurativa, che, in caso di contagio da Covid-19, prevede, per tutti i dipendenti, una polizza generica sulla vita e una più specifica sulla salute: in caso di ricovero, viene fornito, oltre che un indennizzo, un pacchetto di servizi domestico familiari.

mercoledì 22 aprile 2020

Covid-19, Tirrito: "Inaccettabile scarcerare boss mafiosi"

"La decisione del dipartimento dell'amministrazione penitenziaria di scarcerare i detenuti più anziani e quindi più vulnerabili ed esposti al virus è comprensibile, ma non può e non deve includere boss mafiosi". A dichiararlo è Maricetta Tirrito, portavoce del Comitato collaboratori di giustizia (Cogi).
"Dal 21 marzo ad oggi, con la 'scusa' del coronavirus - spiega Tirrito -, sono stati scarcerati personaggi di assoluto rilievo della vita mafiosa: l'ultimo in ordine temporale è Francesco Bonura che, per 'motivi di salute gravissimi', è tornato a casa dalla moglie a Palermo. Forse è bene ricordare che un boss mafioso non conosce redenzione e anzi, più è anziano e più viene rispettato dalla comunità mafiosa: e, nel caso di Bonura, non parliamo di un personaggio di secondo piano, ma di uno dei protagonisti della criminalità organizzata".
"È inaccettabile concedere a malavitosi di questo calibro il privilegio di scontare la propria pena a casa e, probabilmente, il Governo non si rende conto delle gravissime ripercussioni che queste decisioni avranno sulla società civile. Scarcerare Bonura, così come i calabresi Rocco Filippone e Vincenzo Iannazzo, significa restituire alla mafia tre dei suoi capi più potenti: un atto inconcepibile ed ingiustificabile sotto qualunque punto di vista", conclude.

mercoledì 15 aprile 2020

Palermo. Materie psicologico-educative: formazione a distanza ai tempi del Covid 19



La formazione in tempi di emergenza assume la veste FAD, acronimo di Formazione a distanza, che si avvale delle moderne tecnologie informatiche per realizzare una didattica efficiente ed efficace. 

Alla luce delle disposizioni governative sul divieto, tra gli altri, della formazione in aula (DPCM 9 Marzo 2020, Sono sospesi e annullati tutti gli eventi interni e ogni attività di formazione in modalità in aula) lo Studio PsicoBrain della dottoressa Angela Ganci rende disponibili un ventaglio di corsi dalle tematiche più svariate, dai disturbi specifici dell’apprendimento ai disturbi alimentari fino ai disturbi sessuali, alle tecniche di coaching e allo stalking. 

Trattasi di corsi base, rivolti ai non addetti ai lavori, ma altresì a studenti di materie psicologico-educative, o di diversa formazione specialistica, a vario titolo interessati ad approfondire contenuti di carattere psicopatologico, psicologico e criminologico. 

I contenuti dei corsi FAD proposti dallo Studio PsicoBrain della dottoressa Angela Ganci sono suddivisi in moduli, la cui durata dipende dal tempo a disposizione del corsista, quindi del tutto personalizzabile in base alle esigenze singole. 

Per la fruizione dei Corsi FAD è sufficiente disporre di un collegamento internet e di un indirizzo di posta elettronica, il materiale da visionare (costituito da dispense e clip audio/video) verrà inviato all’email fornita in fase di iscrizione e, con la stessa modalità, sarà fornito il test finale da completare per l’ottenimento dell’attestato di partecipazione finale, valido ai fini curriculari come attestazione di frequenza rilasciata da ente privato (codice ATECO 86.90.30). 

Sono previsti, su richiesta del singolo corsista, degli approfondimenti tematici, utilizzando il software Skype dello Studio PsicoBrain, il cui contatto sarà fornito in fase di iscrizione.

Il catalogo completo dei corsi FAD è consultabile all'interno del Sito dello Studio PsicoBrain www.psicologapsicoterapeutapalermo.com oppure è possibile scrivere una mail di richiesta del catalogo stesso ad angela.ganci@gmail.com. 

Per info e iscrizioni è necessario contattare il 393/1145135 o scrivere una mail a angela.ganci@gmail.com. 


Per l’intera durata dell’emergenza, tutti i Corsi FAD dello Studio PsicoBrain della dottoressa Angela Ganci sono prenotabili con una riduzione del 30% sul prezzo originale, reperibile in locandina.