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lunedì 16 dicembre 2013

RADICAL FACE, L'ARTISTA CHE RACCONTA L'AMERICA DEGLI AVI SUONANDO SOLO STRUMENTI D'EPOCA

Dietro lo strambo pseudonimo si nasconde un originale musicista folk-rock. Nel nuovo disco "The Branches", registrato nel capanno degli attrezzi, continua il viaggio nella saga familiare dell'album precedente usando esclusivamente la strumentazione che era disponibile fino al 1910.Si  chiama Ben Cooper, è un ragazzone americano trentunenne di Jacksonsville, Florida che da qualche tempo, in arte, ama farsi chiamare Radical Face, l'ultimo di una serie di pseudonimi. Ha appena pubblicato il nuovo album The Branches (su etichetta Nettwerk/Self) dove dimostra una notevole familiarità con l'universo folk rock, piacevolmente immerso in una dimensione acustica quieta ma immaginifica. Radical Face è un tipo tosto capace di creare dischi di qualità ma sempre secondo i dettami rigorosi della filosofia "do it yourself". Magari sovrincidendo le tracce utilizzando strumenti diversi e diverse tonalità di voce, ma senza l'aiuto di nessun altro collaboratore e sempre in completa, assoluta libertà. The Branches è il secondo capitolo di una trilogia che l'artista ha annunciato con il primo capitolo pubblicato nel 2011, The Roots. In quelle canzoni Radical Face utilizzava esclusivamente strumenti musicali disponibili fino al 1860, perché il racconto che si sviluppava nelle singole canzoni, una saga familiare, arrivava sino a quella data. Ben Cooper ha nove fratelli, e l'idea di risalire alle origini dell'albero genealogico lo intrippa da sempre. E adesso, con il secondo atto, ha deciso di procedere lungo il successivo mezzo secolo adottando perciò strumenti disponibili tra il 1860 e il 1910. Tutti rigorosamente usati, acquistati nei mercatini oppure su eBay magari tirando sui prezzi, perché strumenti a corde, primitive steel guitar, mandolini, banjo, ma anche violini e cornamuse, hanno un loro mercato vivace.

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