di Dora Marino
Il Femminicidio è una dura realtà che ancora non
si arresta ed è un fenomeno aberrante; espressione brutale del potere diseguale
tra uomini e donne; il numero dei femminicidi è fermo e lo confermano le
statistiche sulle cause di morte. Questo significa che servono politiche
costanti, di lungo periodo e con interventi incessanti.
Purtroppo i femminicidi sono la tragica
conclusione di un percorso fatto di
minacce, persecuzioni, violenza psicologica che va bloccata sul nascere; il
problema non va risolto solo con le campagne di sensibilizzazione tra l'altro
molto importanti, ma necessità dell'operare continuo di solide strutture
sicure, che assicurino alle vittime oltre che assistenza sociale, psicologica e
sanitaria anche una forte tutela e privacy.
A fare tale richiesta sono gli stessi centri
antiviolenza molti dei quali sono da anni inascoltati dall'amministrazione, e
che da troppo tempo chiedono finanziamenti costanti e una sede propria e
autonoma che possa accogliere le donne che scappano da un legame violento e che
può ucciderle; sono centri antiviolenza che funzionano già da anni, che fanno
consulenza legale con il patrocinio gratuito, testimoniano ai processi come
informate dei fatti, lavorano a stretto contatto con le forze dell'ordine in
una rete ben funzionante, ma ciò non basta.
Uno dei tanti centri antiviolenza che reclama e
che esiste già da tempo è «La Casa di Venere» di Marsala; va avanti con
professionalità gratuite; forniscono consulenza psicologica, legale e
sanitaria; intervengono nei contesti dove perdurino pregiudizi, omissioni,
deviazioni con effetti discriminanti o penalizzanti a discapito delle donne.
L'Associazione, nasce per iniziativa di un
gruppo di donne provenienti da precendente esperienza associativa maturata come
socie dalla "Rete Centri Anti-Violenza di Raffaella Mauceri" già
"Le Nereidi" di Siracusa, della quale mantiene i valori fondanti
della tradizione e della storia dei Movimenti delle Donne.
Chiedono una sede che ancora oggi non riescono ad
ottenere nonostante le molteplici promesse e attese in campo amministrativo; o
comunque un edificio pubblico che permetta loro di operare con totale privacy e
tutela per le vittime; l'associazione La Casa di Venere vive un continuo
disagio causato da questa mancanza di struttura, ed è inconcepibile che donne
che sfuggono da tale grave dramma debbano affrontare questo problema
all'interno di stanze non idonee ad accoglierle perchè comunicanti con altri
locali, o stanze adibite ad altre attività e quindi con continuo via vai di
gente molto spesso curiosa e oltretutto poco tutelate.
Il tema della violenza contro le donne deve essere
una priorità della politica, dell'amministrazione ed è un'assoluta questione di
rispetto di diritti umani fare in modo che tutto funzioni in tempi brevissimi.
I centri antiviolenza così come lo è La Casa di
Venere sono come dei pronto soccorso che devono funzionare 24 ore su 24 e la
mancanza di una sede fissa crea un disagio gravissimo da troppo tempo
irrisolto. Ed è per questo e per tanto altro
che «Non c'è più tempo da aspettare».
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