Fare sindacato etico è la massima aspirazione di un buon sindacalista. Però può anche accadere che talvolta si confonde il sacro con il profano.
Millantare promesse ai lavoratori con tecniche opinabili è un grave errore per rappresentante dei lavoratori.
Qualche giorno fa ci risulta, è stato diramato dalle
Rappresentanze Sindacali Aziendali palermitane di Intesa San Paolo delle sigle FABI –
FISAC/CGIL e UNISIN un comunicato sindacale.
Dal contenuto e dalla vignetta riprodotta nel volantino si
nota chiaramente una polemica nei confronti di qualche sindacalista che al fine
di accaparrarsi qualche delega si spinge nelle facili promesse e in assurde
millanterie.
Il non citato sindacalista, secondo quanto scritto nel
comunicato sindacale, arriva al culmine quando in presenza del collega adescato
prende in mano il telefonino facendo percepire a chi gli sta di fronte di
parlare con qualche vertice aziendale o col Capo del Personale.
Questo comportamento che prelude alla ricerca di nuove
deleghe a discapito di altre sigle ha causato la dura presa di posizione di
FABI – FISAC e UNISIN che rappresentano la stragrande maggioranza degli
iscritti in Intesa San Paolo.
Nella vignetta contenuta nel comunicato si prende spunto dal
film “Totò truffa” e della famosa vendita della Fontana di Trevi. La vignetta
sindacale fa apparire un personaggio con la testa del Grande Totò che afferma
di chiamarsi Trevi e di voler omaggiare la propria fontana al bancario se firma
la delega per l’iscrizione al proprio sindacato.
Molti dipendenti di Intesa San Paolo si chiedono: Ma chi è
questo Trevi? E sono alla ricerca spasmodica del millantatore che quanto prima
riapparirà e chiederà a qualche probabile proselito: Dimmi di cosa hai bisogno.
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