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mercoledì 19 dicembre 2018

La morte del clochard di Palermo è la morte di una parte di tutti noi


Articolo di Filippo Virzì

La morte violenta del clochard Aid Abdellah detto dai palermitani "Aldo" , pittore e mimo di origini francesi di 56 anni , è una storia di ordinaria follia consumata in piena notte per motivi ancora sconosciuti nel cuore del centro storico di Palermo. 
E’ una morta che ci lascia di ghiaccio, una strana sensazione di paura mista ad una insicurezza serpeggiante, che ci fa stare male ripassando sul luogo del delitto dove siamo stati per voi a portare la nostra testimonianza. 
Sentirsi indifesi in una città così accogliente ed ospitale, dove ha trovato la morte un uomo mite e gentile, accompagnato sempre dal suo gattino tenuto al guinzaglio, fido compagno del suo girovagare per il mondo, ci fa sentire vulnerabili e sempre più soli. 
Alle porte del Natale con tutte le sue luci e profumi nell’aria, abbiamo al nostro cospetto l’immagine della foto da noi inserita nell’articolo, la quale immortala i pensieri spontanei di tanti cittadini palermitani. 
La brutalità umana ha colpito facendoci ricordare come i nostri tempi oramai si sono incattiviti e l’umanità uccisa per sempre. 
Il gattino che accompagnava Aldo e che gli si poggiava amabilmente sulle spalle, è l’unico testimone di questo omicidio, a lui manca solo la parola, ma ha visto tutto. 
Per sempre l’anima di Aldo rimarrà a vagare sotto i portici di Piazzale Ungheria, ultima sua dimora.

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