di Filippo Virzì ↘
Si è concluso lo sciopero nazionale dei lavoratori DoBank, una vertenza nazionale che sta assumendo una valenza oltre che sindacale anche di natura politica per via del pericoloso precedente che l’azienda sta creando in barba agli accordi firmati con Unicredit, ricordiamo che DoBank è un’azienda solida che nel 2018 ha superato i 50 mln di utili dividendo il 70% di questi agli azionisti e, nonostante questi dati incoraggianti ha dichiarato 160 esuberi e deciso di chiudere alcune sedi periferiche consegnando qualche giorno fa ha la licenza bancaria.
Si è concluso lo sciopero nazionale dei lavoratori DoBank, una vertenza nazionale che sta assumendo una valenza oltre che sindacale anche di natura politica per via del pericoloso precedente che l’azienda sta creando in barba agli accordi firmati con Unicredit, ricordiamo che DoBank è un’azienda solida che nel 2018 ha superato i 50 mln di utili dividendo il 70% di questi agli azionisti e, nonostante questi dati incoraggianti ha dichiarato 160 esuberi e deciso di chiudere alcune sedi periferiche consegnando qualche giorno fa ha la licenza bancaria.
“Il nostro sindacato ha fatto da traino all’insegna dell’unità con le sigle sindacali aderenti allo sciopero di venerdì 28 giugno, ha dichiarato Carmelo Raffa, Coordinatore regionale della FABI in Sicilia a margine del sit-in tenutosi a Palermo - anche la città di Messina ha dato il suo valido contributo, adesso ci aspettiamo da DoBank un passo indietro, e la ripresa delle trattative con un atteggiamento più adeguato”.
“Attendiamo da Unicredit che abbiamo chiamato in causa - conclude Giuseppe Angelini, Dirigente nazionale della FABI in Unicredit – una pronta risposta ed una presa di posizione su accordi firmati con le organizzazioni sindacali di categoria nel rispetto dei livelli occupazionali, ampiamente violati, se ciò non dovesse avvenire la FABI, si rifarà a tutela dei lavoratori di DoBank nelle sedi opportune”.
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